FAMIGLIE

"Il ganglio di canali individuali che io chiamo "me" non è più così prezioso perchè quel ganglio è solo una parte di una mente più vasta." [Gregory Bateson]

 

Perché è importante la famiglia?

In psicologia con il termine "famiglia" si intende il primo ambiente in cui il singolo individuo è inserito, ambiente che permane nella maggior parte dei casi per tutta la vita. Il rapporto con i familiari contribuisce a fornire molti degli strumenti fondamentali per l’inserimento nella società. Il progetto educativo della famiglia richiede un’armonia dei rapporti fra i vari membri della famiglia e una crescita equilibrata delle loro personalità. Questo progetto spesso viene realizzato in modo inconsapevole, attraverso la creazione di una rete di relazioni e messaggi, che definisce le aspettative reciproche e l’identità di chi ne fa parte.

 

Secondo l'approccio sistemico-relazionale i sintomi e il disagio del singolo individuo sono il risultato di un intersecarsi complesso tra esperienza soggettiva, qualità delle relazioni interpersonali più significative e capacità cognitive di autovalutazione della propria situazione. In parole più profane c'è l'idea di fondo che un disagio personale o una sofferenza durante uno specifico periodo di vita sia da attribuire non solo alle caratteristiche intrapsichiche dell'individuo quindi alla sua parte "interna" ma anche alla sua parte "esterna" essendo egli inserito in un sistema ricco di relazioni con altri individui più o meno significativi e, senza dubbio, i membri della famiglia sono per tutti noi parte integrante della nostra esistenza e hanno, volenti o nolenti, un peso significativo sul nostro benessere psichico ed emotivo. La famiglia, intesa come il sistema vivente di riferimento principale nell'esperienza emotiva di una persona, è il primo contesto esperienziale all'interno del quale i sintomi assumono una funzione precisa per il funzionamento relazionale del gruppo di persone che ne fanno parte. I conflitti che tendono a disgregare il sistema-famiglia creano una tensione emotiva che di solito viene vissuta in termini drammatici dal soggetto portatore del sintomo; egli si fa carico, attraverso la manifestazione dei sintomi, di distogliere i membri della famiglia dall'affrontare in modo manifesto le proprie difficoltà di relazione, accentrando l'attenzione su di sé. Il sintomo ha quindi una doppia valenza: segnala alla famiglia l'esistenza di un disagio e, nello stesso tempo, rende innocuo il suo potere distruttivo, accentrando su di sé tutte le preoccupazioni degli altri membri.

Perciò, quando possibile, è importante andare a lavorare sull'intero nucleo familiare per agire sulle relazioni e sulla comunicazione, spesso paradossale, che ha esacerbato il sintomo.